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Storia

La storia di Milano, un tempo

La città, di origine insubre, venne anticamente nominata 'Mediolanum' dal momento che Milano occupa una posizione centrale rispetto alla Pianura Padana; altre fonti attestano che il nome deriva da un particolare animale, ossia una scrofa coperta in parte di lana, che viveva nei luoghi in cui venne edificato questo centro.

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Durante l'Impero di Diocleziano fu capoluogo della Gallia Cisalpina, abbellendosi di palazzi sontuosi, templi e teatri al punto da essere ritenuta la 'seconda Roma'. Venne occupata nel 222 a.C. dalle legioni romane  che erano in lotta contro i Galli e che la elevarono a municipio (provincia autonoma); fu definitivamente assoggettata nel 196 a.C. dopo la sconfitta che gli stessi Romani inflissero ai Galli Insubri e Boi.
Nel 313 d.C. Costantino vi promulgò il noto Editto di Costantino che poneva fine alle persecuzioni contro i Cristiani e rendeva Milano il fulcro del consolidarsi della nuova religione cristiana. Dal Trecento al Cinquecento fu indipendente sotto la signoria degli Sforza e dei Visconti: questi ultimi detennero la signoria dal 1277 al 1447, periodo durante il quale diedero avvio alla costruzione del Duomo e del castello. In seguito prese potere Francesco Sforza che, dopo la morte di Filippo Maria Visconti (a cui va il merito di aver esteso il suo dominio fino  a  Vicenza, Bologna, Umbria, Genova e Novara) sopraffece la Repubblica Ambrosiana e si fece proclamare Duca di Milano. Intorno al 450 d.C. venne messa a ferro e a fuoco dagli Unni e alla metà del '500 subì l'invasione dei Goti che causò la sua distruzione: Milano perdette dunque il ruolo di capitale dell'Impero d'Occidente, che passò a Ravenna. I Longobardi la occuparono intorno alla metà del '500, fu annessa al regno longobardo nel 642 a.C. per essere poi sovrastata da Pavia, l'allora capitale del regno. Essendo la più grande metropoli cattolica d'Occidente (la città era all'epoca sede del Re cattolico Pertarido), Milano fu decisiva nel processo di conversione dei Longobardi dalla fede ariana a quella cattolica.
La città dovette la sua ripresa all'energia dei vescovi tra cui Ansperto da Biassono e Ariberto da Intimiano, accordatisi con i nobili feudatari, che resero Milano un centro fiorente e prosperoso.
Il ducato passò da alterne dominazioni francesi  alla tutela degli Svizzeri fino a che Carlo V succedette a Francesco II e lo destinò al figlio Filippo II con cui ebbe inizio la dominazione spagnola. Con essa le condizioni economiche della città peggiorarono notevolmente al punto che le industrie e le imprese ristagnarono.
Passata all'Austria con il trattato di Rastadt del 1714, la città subì ancora per un breve periodo l'occupazione di Carlo Emanuele di Sardegna e di Filippo di Borbone; con il congresso di Vienna tornò all'Austria come capitale del Lombardo-Veneto. Lo spirito di rivolta anti-austriaca comportò lo scoppio delle Cinque Giornate di Milano (18-23 Marzo 1848): i patrioti costrinsero le truppe nemiche ad abbandonare la città cosicchè nel 1859 Milano potè considerarsi finalmente liberata.
Provata dagli effetti della guerra, Milano insorse contro le truppe nazi-fasciste provocandone l'allontanamento dalla città.

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